Tutte le informazioni necessarie per cablare la chitarra elettrica e i suoi pedalini.
BASIC WIRING
Nella sua configurazione più semplice, l'elettronica di una chitarra elettrica è quella del diagramma illustrato nell'immagine accanto. Il pickup più semplice, il single coil, in genere ha 2 fili: uno GND (massa, polo Sud), l'altro HOT (segnale, polo Nord). Ci può essere un terzo filo chiamato bare wire (filo grezzo), costituito da una treccia di rame oppure da un vero e proprio filo metallico scoperto. Questo filo grezzo va collegato sempre a massa insieme all'altro. A volte funziona come schermatura degli altri due.
C'è poi un potenziometro di volume che regola il segnale hot in modo che tra questo e la terra ci sia una resistenza variabile: 250K equivale al volume massimo, 0 equivale a chitarra muta, ovvero il segnale hot è cortocircuitato con la terra.
Quasi sempre è presente anche un potenziometro di tono che ha la stessa funzione del volume (mette a terra il segnale hot), con la differenza che non tutto il segnale viene 'mandato' verso la terra, ma solo le frequenze alte, così ché restano solo le basse. Il condensatore infatti fa passare solo le frequenze alte.
Infine il segnale hot, che passa attraverso il potenziometro volume, viene "inviato" al pin della presa jack di uscita. La terra si trova sempre sull'anello.
C'è poi un potenziometro di volume che regola il segnale hot in modo che tra questo e la terra ci sia una resistenza variabile: 250K equivale al volume massimo, 0 equivale a chitarra muta, ovvero il segnale hot è cortocircuitato con la terra.
Quasi sempre è presente anche un potenziometro di tono che ha la stessa funzione del volume (mette a terra il segnale hot), con la differenza che non tutto il segnale viene 'mandato' verso la terra, ma solo le frequenze alte, così ché restano solo le basse. Il condensatore infatti fa passare solo le frequenze alte.
Infine il segnale hot, che passa attraverso il potenziometro volume, viene "inviato" al pin della presa jack di uscita. La terra si trova sempre sull'anello.
TRUE BYPASS
Il true bypass è una delle modifiche più popolari fra i chitarristi e i bassisti. L'obiettivo è fare in modo che quando l'effetto è attivo (ON, spia accesa) il segnale esca processato, mentre quando l'effetto è inattivo (OFF, spia spenta) l'uscita sia collegata direttamente all'ingresso invece che percorrere ugualmente la circuitazione interna. Infatti i circuiti dei pedali possiedono generalmente uno stadio iniziale chiamato buffer, che serve a stabilizzare l'impedenza del segnale. In parole povere questo buffer "copia" il segnale pulito e indirizza questo nuovo segnale verso lo stadio di effetto vero e proprio. Quando l'unità è disattivata, il segnale passa comunque attraverso il buffer bypassando l'effetto e inoltrandosi verso l'uscita. Basta un DPDT, ma per montare anche il LED avremo bisogno di un 3PDT.
Molti puristi del suono ritengono che da questo funzionamento derivi una degradazione del segnale. Diciamo che molto dipende dal contesto in cui è inserito l'effetto. A volte avere un buffer attivo nella catena aiuta a mantenere il segnale pulito se si utilizza un cavo molto lungo, tant'è vero che si vendono proprio pedali buffer.
Leggi Boss Pedals, facts and fictions.
Alcuni pedalini non si prestano alla modifica facile rappresentata in figura: sono quelli con un footswitch di tipo temporary, che hanno un sistema di attivazione dell'effetto di tipo logico con flip-flop (tipo Boss). E' sempre possibile usare un loop selector esterno.
Molti puristi del suono ritengono che da questo funzionamento derivi una degradazione del segnale. Diciamo che molto dipende dal contesto in cui è inserito l'effetto. A volte avere un buffer attivo nella catena aiuta a mantenere il segnale pulito se si utilizza un cavo molto lungo, tant'è vero che si vendono proprio pedali buffer.
Leggi Boss Pedals, facts and fictions.
Alcuni pedalini non si prestano alla modifica facile rappresentata in figura: sono quelli con un footswitch di tipo temporary, che hanno un sistema di attivazione dell'effetto di tipo logico con flip-flop (tipo Boss). E' sempre possibile usare un loop selector esterno.
LOOP SELECTOR
Il loop selector è un 'pedale' semplicissimo. Tutto il circuito è rappresentato in figura. Non è presente una PCB, ma solo collegamenti punto-punto a filo.
Non si tratta di un effetto, bensì di un selettore di loop che ci permette di scegliere fra due catene audio. Seguendo il wiring illustrato, basta un pulsante DPDT per switchare fra il loop A e il loop B. Se vogliamo introdurre anche due LEDs per indicare il loop selezionato, dobbiamo utilizzare invece un 3PDT.
S: send, R: return, I: input, O: output
In figura la f.e.m. indicata può essere una batteria 9V o una presa di alimentazione per pedalini.
Per calcolare la R da inserire nell'alimentazione del LED si può utilizzare un calcolatore come questo.
Non si tratta di un effetto, bensì di un selettore di loop che ci permette di scegliere fra due catene audio. Seguendo il wiring illustrato, basta un pulsante DPDT per switchare fra il loop A e il loop B. Se vogliamo introdurre anche due LEDs per indicare il loop selezionato, dobbiamo utilizzare invece un 3PDT.
S: send, R: return, I: input, O: output
In figura la f.e.m. indicata può essere una batteria 9V o una presa di alimentazione per pedalini.
Per calcolare la R da inserire nell'alimentazione del LED si può utilizzare un calcolatore come questo.
HUMBUCKER SPLITTING
Un humbucker non è altro che una coppia di single coil collegati in serie. Esattamente come si fa con le pile di una torcia quando vengono inserite in serie, un polo di una deve essere in contatto con quello opposto dell'altra. Nei pickups in serie, il polo Nord di uno deve essere collegato al Sud dell'altro. Per splittare l'humbucker e farlo funzionare come single coil, basta "mandare a massa" un pickup, ossia renderlo silenzioso.
Nella sua configurazione più semplice, il sistema ha bisogno di un SPST, ovvero di un semplicissimo interruttore on/off. Ovviamente anche un DPDT può essere utilizzato per ottenere la stessa funzione: un polo resterà inutilizzato oppure lo impiegheremo per splittare contemporaneamente un secondo humbucker.
Nella sua configurazione più semplice, il sistema ha bisogno di un SPST, ovvero di un semplicissimo interruttore on/off. Ovviamente anche un DPDT può essere utilizzato per ottenere la stessa funzione: un polo resterà inutilizzato oppure lo impiegheremo per splittare contemporaneamente un secondo humbucker.
TREBLE BLEED
Quando si aziona il potenziometro del volume per attenuare il segnale della chitarra, si nota generalmente una perdita di brillantezza, o di alte frequenze, rispetto alla posizione "10" (volume al massimo). Per risolvere il problema, evidente soprattutto con pickups single coil, si può utilizzare il circuito Treble Bleed ottenuto inserendo una resistenza e un condensatore in parallelo come in figura, oppure in serie. I valori generalmente utilizzati sono:
- R: 180K - C: 680pF in parallelo (generico, per 500K pot)
- R: 130K - C: 1200pF in serie (Kinman, per 250K pot)
- R: 100K - C: 2000pF in parallelo (Seymour Duncan, per 250K pot)
- R: 0 - C: 1000pF (Telecaster)
- R: 0 - C: 820pF - 1000pF (Humbuckers)
TOM ANDERSON'S VINTAGE VOICING
Il potenziometro del Volume funziona come bypass verso terra (o massa, GND, tensione di riferimento, ecc.) del segnale HOT della chitarra. Tra il segnale HOT e la terra c'è una resistenza variabile. Quando il volume è a zero, la resistenza è 0, quindi i due poli sono cortocircuitati e la chitarra è muta. Quando la resistenza aumenta, aumenta il volume. Come sappiamo noi chitarristi, più è alta la resistenza più è forte il segnale (il volume è più alto), ma soprattutto il suono è più brillante.
Come regola generale, per i single coil si usano pot da 250K (ammorbidiscono i toni taglienti), mentre per gli humbuckers (che sono intrinsecamente più scuri) si usano pot da 500K.
E se la nostra chitarra ha entrambi i pickups?
Il sistema ideato dal Tom Anderson, a cui egli ha dato il nome di Vintage Voicing, è molto intelligente.
Si usa comunque un potenziometro da 500K, che va bene per l'humbucker, ma quando con il selettore dei pickups selezioniamo almeno un single coil (posizioni 2, 3, 4 e 5), il segnale HOT, oltre ad essere inviato al potenziometro (filo rosso), va verso terra passando per una resistenza Rvv (filo blu). Questo crea un parallelo con il pot.
Se RVV=500K e RPOT=500K, calcolando il parallelo delle due resistenza abbiamo:
1/RTOT = 1/RPOT + 1/RVV = 1/500 + 1/500 = 2/500
RTOT = 500/2 = 250K
Quindi il single coil, con questo sistema, "sente" o "crede di avere" un potenziometro da 250K, come in effetti dovrebbe essere.
Come regola generale, per i single coil si usano pot da 250K (ammorbidiscono i toni taglienti), mentre per gli humbuckers (che sono intrinsecamente più scuri) si usano pot da 500K.
E se la nostra chitarra ha entrambi i pickups?
Il sistema ideato dal Tom Anderson, a cui egli ha dato il nome di Vintage Voicing, è molto intelligente.
Si usa comunque un potenziometro da 500K, che va bene per l'humbucker, ma quando con il selettore dei pickups selezioniamo almeno un single coil (posizioni 2, 3, 4 e 5), il segnale HOT, oltre ad essere inviato al potenziometro (filo rosso), va verso terra passando per una resistenza Rvv (filo blu). Questo crea un parallelo con il pot.
Se RVV=500K e RPOT=500K, calcolando il parallelo delle due resistenza abbiamo:
1/RTOT = 1/RPOT + 1/RVV = 1/500 + 1/500 = 2/500
RTOT = 500/2 = 250K
Quindi il single coil, con questo sistema, "sente" o "crede di avere" un potenziometro da 250K, come in effetti dovrebbe essere.